lunedì 19 luglio 2010

Introduzione

L’anno della riforma delle superiori
MA PER GLI STUDENTI DELLE QUINTE È SOPRATTUTTO “ESAME DI STATO”

Il 2010 è stato un anno davvero importante per la scuola. La riforma delle scuole secondarie superiori non è più alle porte: è dentro le aule. Per essere ammessi agli esami finali, quelli che una volta facevano leva sulla “maturità” dello studente, bisogna avere la sufficienza in ogni singola disciplina. Basta – almeno in teoria – una materia molto deficitaria (un “tre”, per esempio) e “arrivederci” all’anno nuovo. Come si comporteranno i “prof”? L’attesa negli studenti cresce.
Vi è poi quella “mina vagante” della condotta. Chi ha qualcosa da farsi perdonare (una nota o una discussione accesa con qualche insegnante), aspetta con ansia il verdetto. “Vuoi vedere che … ? “ E ci si rende conto che, in certi momenti, non basta fare solo gesti di scaramanzia!
Poi, finalmente, escono i tabelloni con i risultati. Tutti avranno il piacere (?) di sperimentare la famosa “notte prima degli esami”, cantata da Venditti e mitizzata da numerose generazioni. Come andrà? Come saranno i commissari esterni? Nelle prove scritte si riuscirà a prendere “quel posto strategico” che da mesi era stato programmato? O, magari per un banale disguido, si finirà “tapini” nel banco di prima fila proprio ad un metro dalla cattedra della Commissione?
Lo zaino, che accompagna ogni studente, è pesante, ma funge da talismano, una sorta di “coperta di Linus”. Più che raccogliere libri e temari, sembra portare la speranza: non si può mai sapere… In forte calo colazioni, spuntini, merende: con lo stomaco chiuso che si ritrovano!!
Arriva, poi, ineluttabile, il giorno del colloquio. Fantozzianamente, le mani sono due spugne, la saliva azzerata, dolori “tipo parto” alla pancia. Il percorso, la tesina, la mappa concettuale, l’area di progetto: li ricorderò bene? La memoria mi sarà amica? E mica mi chiederanno un canto di Dante? Speriamo di no: sarebbe una mezza tragedia.
Un’ora, poco più poco meno, ed è finita!
“Che peso che mi sono tolto”, pensano tutti o quasi. Il bello, però, viene adesso.